Contributi
 

RIESTE- SACHSENHAUSEN –DACHAU – AUSCHWITZ
I CAMPI DI CONCENTRAMENTO

HOLOCAUST

Ho sentito parlare di olocausto per la prima volta all'eta' di circa 12 anni. Qualcuno si ricordera' di un film americano che veniva proiettato nelle sale di tutto il mondo e poco tempo dopo venne trasmessa una serie di puntate anche in televisione ( su un canale tedesco). Nonostante i miei primi anni di vita trascorsi in Germania, non avevo mai sentito prima di allora di campi di concentramento; davanti al televisore, appunto, proprio davanti a questo elettrodomestico domandai a mia madre cosa significava questa parola " holocaust". Non ricordo una risposta chiara ed esaustiva da parte di mia madre. Forse questo mi aveva incuriosito come le altre domande, alle quali non ricevevo mai risposte, tipiche a quella eta'. ma sicuramente e' piu' semplice spiegare cosa e' la vita e come nascono i bambini. Spiegare cosa e' morire in modo insensato e' un'opera difficile, o per meglio dire, impossibile! Nel 1999, durante il viaggio nel triveneto, facevo sosta a trieste per ritrovare un amico. Fu proprio lui a suggerirmi la visita presso la risiera di San Sabba. ricordavo i racconti di trieste di mia sorella franca in gita scolastica ma non mi aveva mai parlato della risiera di San Sabba, e per anni aveva raccontato della visita a miramare.. Il mio amico roberto aggiunse " questo posto risultera' interessante per la tua " tipologia " di persona. non detti molto peso a questa conclusione per immaturita' e per il mio spirito di allora. Non dimenticai questa affermazione. All' uscita dalla risiera; mi sono reso conto che la vita non e' sempre come la si vuole immaginare. entrai immediatamente in un supermercato per acquistare dell'acqua da bere e contemplai l'enorme stadio in prossimita' di San Sabba;un campo di accoglienza, ma quello che avevo visto e letto fu piu' che sufficiente per non tornare mai piu' come ero prima. Ebbi allora l'idea di visitare questo luogo da solo. All'inizio non volevo filmare le celle, ma in un momento di razionalita', in un luogo senza ragione, decisi di rimpugnare la videocamera per fissare quello che si presentava davanti a me per farlo vedere ai miei familiari e conoscenti anche occasionali. era importante ma la parola revisionismo era ancora lontana. Rimasi veramente sconvolto soprattutto dopo aver letto le lettere che i prigionieri avevano spedito alle proprie mogli e familiari. rientrai a bolzano con un pessimo stato d'animo. Scoprii che anche a Bolzano c'era stato un campo di concentramento o di accoglienza. era facile immaginarlo, vista la posizione geografica verso la baviera. Nel 2005, durante il mio soggiorno a Berlino, venni a conoscenza del campo di concentramento di Sachsenhausen. Lo avevo gia' sentito ma non immaginavo che fosse cosi' prossimo alla capitale tedesca. Anche questa fu una esperienza profonda. Per la prima volta vedevo un " vero " campo di concentramento. Sconvolgente fu per la mia persona la vista del perimetro con le " tipiche " torri di osservazione. Assurdamente chiedevo all' ingresso quanto si doveva pagare per entrare.; Ovviamente l'entrata era libera, come quella scritta frei sul cancello principale di moltissimi campi di concentramento. anche in quella occasione moltissime informazioni mi avevano investito i sensi. Qualche anno dopo ancora l'esperienza di Dachau a pochi chilometri da Monaco di Baviera, la definisco una scena da film. L'arrivo nella stazione di Dachau in una atmosfera natalizia con tanta neve, la stessa neve che veniva rincorniciata dalla circonferenza delle sfere natalizie e dal perimetro del campo di concentramento distante pochi chilometri dalla bella Dachau ma cosi' brutta nella mia mente, perche' soprattutto dopo quella visita, il profumo del pane natalizio non poteva e non potra' mai superare quell'odore particolare nel bunker. Il bunker era il luogo riservato agli uomini piu' importanti; un paradosso. Uomini di chiesa, politici o artisti.. dopo la visita del museo mi colpi' la scritta heilkrauter plantage?? - piantagione di erbe officinali - in questo luogo di distruzione alla massima esponenza! difficile da comprendere! "Il fiore" di tutti i campi di concentramento su tutti risulta Auschwitz. in questo luogo mi recai nel gennaio del 2009. Il 27 gennaio mi recavo in questo paese polacco, lasciando alle mie spalle la bella Cracovia. giunto al campo di concentramento,una marea umana si trovava ammassata all'ingresso. Erano italiani, erano solo italiani. Dopo alcuni passi mi resi conto che erano toscani e inevitabilmente il mio pensiero andava alla mia amica bianca nelli di firenze. Avevo con me il suo catalogo con le opere del santo Massimiliano Kolbe. Un ulteriore segno per me questa esclusiva presenza di uomini e donne toscani arrivati con il treno della memoria partito da firenze. Volevo che Bianca Nelli fosse insieme a loro. Numerose scolaresche si trovavano all'interno della struttura di accoglienza, ancora pochi passi e mi trovai davanti al famoso ingresso con la scritta " arbeit macht frei " . La banda musicale, i gonfaloni, la stampa, uomini politici e professori e alcuni ragazzi con le corone in mano. Il tricolore. Dopo pochi minuti la commemorazione davanti al luogo delle fucilazioni. approfittai della situazione per recarmi alla cella di santo massimiliano kolbe. Nonostante il divieto di fotografare decisi di appoggiare all'interno della cella il catalogo di Bianca Nelli, sicuro che fosse il posto migliore dopo la chiesa di Dante a Firenze, dove avevo conosciuto bianca e le sue opere per caso. Volevo urlare: " conoscete bianca?", " Avete visto le sue opere nella vostra Firenze?". Certamente rimasi molto colpito emotivamente per questo insieme di coincidenze. Ero partito dalla piu' lontana Sardegna per compiere questa " missione " cosi' eccezionale, intima ma anche importante e da condividere allo stesso tempo. Non e' facile capire Auschwitz. ogni tentativo e' inutile per cercare di mettere a fuoco questa pazzia e follia. Osservavo le palazzine rosse, il fango, il filo spinato. Il crematorio fu il momento piu' brutto dell'intera visita. Una foto di gruppo davanti ai forni mi fece riflettere per molto tempo. Sorridere in quel modo davanti a fiori sinteteci e alle candele e il penetrante colore nero delle pareti non era opportuno. Questa iniezione rapidissima di emozioni ulteriori non si e' diluita nel tempo. Condivido la proposta fatta di recente da una persona " ogni europeo dovrebbe visitare auschwitz almeno una volta ". Con questa frase desidero concludere questo mio importante racconto. Sono solo un pennello mosso da una forza non mia; il pennello e' la mia penna e la mano e' la storia, le persone che ho incontrato, i luoghi che ho visitato. Spiegare auschwitz non ha senso, e' una perdita di tempo. nulla puo' spiegare questo inferno. I quadri artistici di bianca nelli possono aiutarvi a ridurre questa distanza e forse vincerla del tutto . Dimenticate chi sono. Non dimenticate auschwitz

Gianmario Marica